Vecchia Brera

La foto pubblicata risale al 1945 e ritrae il Maestro Ibrahim Kodra insieme agli amici Morlotti, Guttuso, Pandolfi, Ajmone, mentre siedono nella Latteria Pirovini, in Via Fiori Chiari.
Foto: Archivio Morlotti.
Via San Marco in un dipinto di Giuseppe Canella (Verona 1788 – Firenze 1847)
Foto del 2019 da Google.
Andrea d
l Fotografo di Milano: Virgilio Carnisio Via Formentini 14, 1970
l Fotografo di Milano: Virgilio Carnisio Via Formentini 14, 1970
Via Fatebenefratelli in un dipinto, probabilmente del 1820 1830. (anonimo) La cuspide conica del campanile di san marco, che nel quadro manca, è stata realizzata nel 1885 da Giuseppe Mongeri.
Via pontaccio angolo vicolo fiori
Via pontaccio angolo vicolo fiori
Una visita in via Fiori Chiari 17 a Milano. Ex casa chiusa trasformata in un locale notturno

data: 1966
durata: 00:01:08
colore: b/n
sonoro: sonoro
codice filmato: ID034603


https://patrimonio.archivioluce.com/luce-web/detail/IL5000078813/2/una-visita-via-fiori-chiari-17-milano-ex-casa-chiusa-trasformata-locale-notturno.html&jsonVal=

Queste tre stupende immagini, del maggio 1889, mostrano lo scomparso Laghetto, o Darsena di San Marco, che si trovava dove oggi c’è quello squallido grande parcheggio nell’omonima strada.
Peculiarità di queste foto sono le strutture in legno montate dalla lavandaie per proteggersi dal sole e, contemporaneamente, per stendere i panni. Sono presenti in tutte le vedute e con strutture molto simili, forse realizzate dalla stessa mano o da artigiani che si erano specializzati nel montarle.
Bisogna anche sottolineare come tali strutture non compaiono in nessuna altra immagine del Laghetto, foto praticamente tutte scattate dopo il 1889; al contempo non si vedono nemmeno dei dipinti realizzati da vari autori, tra cui Angelo Inganni, e che risalgono alla metà dell’Ottocento.
Furono quindi delle strutture provvisorie, una sorta di “moda” passeggera, forse poi proibita dal Comune perché intralciava i barconi che giungevano nella darsena per scaricare i materiali e i generi alimentari che provenivano dal contado della Martesana, dal Lago di Como e dalla Valtellina.
Le capanne erano montate, come si vede, solo sul lato occidentale della darsena, oggi corrispondente ai civici dispari di via San Marco, dove oggi sfocia via Ancona, provenendo da via Solferino.
Nel 1889 quel tratto di strada che fungeva da sponda/porto del laghetto si chiamava pure esso via Ancona.
La strada venne intitolata alla città delle Marche nel 1863, in ricordo della battaglia del 29 settembre 1860, che permise la sua liberazione e la fine delle guerre risorgimentali nelle Marche e in Umbria.
Quando nel maggio 1935 il Laghetto di San Marco venne coperto, tutta l’enorme area occupata un tempo dall’acqua prese a chiamarsi via San Marco; la via Ancona perse quindi la metà del suo percorso, restando a collegare i chiostri di San Simpliciano con San Marco.
Il Laghetto di San Marco era l’esatto equivalente della Darsena di Porta Ticinese, l’una per le merci provenienti dal Martesana, l’altra per quelle che arrivavano lungo i Navigli Grande e Pavese.
A San Marco arrivavano i vini della Valtellina, il ferro lavorato dalle fucine di Lecco e della Val Seriana, i prodotti agricoli del contado della Martesana, oggi il Vimercatese, pietre e ghiaia dalla Brianza e dal Lago di Como.
Partivano per i campi della Brianza invece enormi quantità di letame e di deiezioni umane dei milanesi, raccolte in fetidi cumuli lungo via Ancona.
I gabellieri del Dazio controllavano i barconi, sequestrando regolarmente merce importata illegalmente; caffè, spezie e cioccolata svizzera venivano sequestrate e bruciate in enormi cumuli in piazza Mercanti, per la disperazione dei bambini.
L’altro lato si chiamò strada del Ponte Nuovo sino all’Unità, per poi venire ribattezzata via San Marco; quel lato della Darsena fu sempre ad uso esclusivo di carrozze e pedoni e dotata di balaustre prima in legno e poi in muratura, rendendo così impossibile alle lavandaie di svolgere il loro duro lavoro.