STUDIO ZECCHILLO bozza
Ex Studio Piero Manzoni – Via Fiori Chiari 16 – Milano
L’ “isola ciottolosa”, così la descrive Luciano Bianciardi ne “La vita Agra”, il cuore pulsante del quartiere di Brera. Qui si cammina in strade strette, le stesse che, nel pieno dell’atmosfera Bohémienne degli anni ’60, percorsero pittori, musicisti, scultori e artisti di ogni genere. Ed è qui, a due passi dall’Accademia di Belle Arti e dalla chiesa di San Carpoforo che si trova in Via Fiori Chiari 16, nascosta dietro un portone ad arco, un antico cortile, l’ex studio di Piero Manzoni. Un luogo le cui pareti sono impregnate di storie di balli, di incontri di lavoro e note di un pianoforte, l’operare notturno di un artista, il rumore del pennello sulla carta, le risate, la vita e anche la morte.
Il silenzio di una notte di febbraio.
Piero Manzoni e Arturo Vermi in studio
(foto di Emilio Colella con dedica a Giuseppe Zecchillo)
Un luogo che anticamente era la scuderia del Palazzo dei Conti Panza di Biumo proprietari all’arrivo di Piero Manzoni e che l’artista ha avuto il genio di rimettere in sesto e dove spesso si addormentava. Un luogo che ha ospitato diverse culture e ceti sociali.
Dopo la morte di Manzoni, nel febbraio 1963, lo studio fu affittato al materassaio Brambilla. Un uomo che poco s’interessava di opere d’arte, tanto meno di quelle dell’artista.
Nel giugno 1963, di ritorno da una tournée, il baritono Giuseppe Zecchillo, cantante lirico al Teatro alla Scala, venne a sapere della morte dell’artista di cui era estimatore e collezionista.
Decise così di rilevarne lo spazio utilizzandolo come sala di prova dove esercitarsi con il suo pianoforte e dove, stanco, poter rilassarsi organizzando incontri e feste anche nella sottostante cantina.
Nell’autunno del 1963 un gruppo di artisti di Brera vennero invitati ad organizzare un’esposizione in memoria del loro amico Piero.
Lasciando come segno di affetto una serie di dipinti sulle vetrate dello studio che tutt’oggi possiamo ammirare ritrovandoli là dove sono stati creati. Tra questi Vermi, Guenzi, Bonalumi, Tiné, D’Orlando, Verga e Boldrini, Enrico Bay e Fiorillo. Di particolare rilievo il dono di Lucio Fontana, molto stimato da Piero Manzoni, che omaggerà la memoria dell’artista con uno dei suoi “Tagli” (visibile nella fotografia in basso alle spalle di Giuseppe Zecchillo mentre, durante una cena in Studio, accenna una romanza).
Nel piccolo spazio, appeso ad una parete, tra i vari ricordi del baritono Zecchillo, grazie alla premura del proprietario che si è preoccupato di estrarlo dalla vetrata ed incorniciarlo, possiamo trovare un’opera smalto su vetro firmata Agostino Bonalumi, tutt’ora in ottime condizioni.
A metà degli anni ’80 i vecchi amici di Piero Manzoni organizzarono una serie di eventi al Bar Jamaica per ricordare la sua opera, durante uno questi incontri decisero di erigere una lapide sulla facciata del palazzo di via fiori chiari 16, il 6 febbraio 1988, nel 25° della sua morte, presenti alla cerimonia Enrico Bay, Agostino Bonalumi e Arturo Vermi. La signora Nanda Vigo farà giungere per l’occasione un breve messaggio di saluto.
Negli anni ’90 il baritono Zecchillo si fece promotore presso il Comune di Milano della richiesta di intitolazione di una via a Piero Manzoni, proposta felicemente esaudita, intitolando all’artista così prematuramente scomparso un passaggio pedonale accanto al Bar Jamaica nel cuore di Brera.
Successivamente lo spazio fu lasciato al figlio Graziano, che, tenendo fede ad una promessa fatta al padre, ha mantenuto aperte le porte dello studio a manifestazioni artistiche riservate agli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Brera, un incarico che viene affidato al Professor Pier Luigi Buglioni.
Nasce l’idea di “Amori Possibili”.
Onorando e custodendo così la memoria di Giuseppe Zecchillo e Piero Manzoni.
Valeria Crisafulli
